Se solo provassimo a mangiare con calma, tutti i nostri sensi sarebbero al lavoro, e non soltanto, come si può pensare banalmente, il gusto.
Nella Tradizione Cinese si sostiene che un cibo, per essere perfetto, deve stimolarli tutti. L'olfatto, il senso da noi più sottovalutato, dovrebbe essere il primo a cui dovremmo prestare attenzione davanti ad un piatto, ad un prodotto, ad un liquore.
Il tatto, toccare un cibo, al di là delle stupide regole di noi occidentali, ce lo fa gustare meglio, in modo piu' pieno, in modo più intimo e meno freddo: ritroviamo il piacere di toccare un sensuale prosciutto o un formaggio stagionato...
Poi l'udito, pensate allo sfrigolare di un fritto, al suono delle bollicine di un vero spumante, al fragore nel rompere un pane croccante...
La vista, pensate come ci approcciamo ad un cibo impiattato in modo "bello", artistico, in stile ikebana... Quante volte vi siete soffermati quei pochi secondi davanti alla presentazione di un abile chef, gustandovi quella vista che vi dava un senso ancora più completo a quello che stavate mangiando?
L'aspetto del cibo non è dunque un punto di vista marginale dell' esperienza degustativa, definire bello un cibo non significa ridurlo a oggetto visuale, concentrarsi su aspetti secondari della tavola e del mangiare.
Il bello è un'esperienza globale, che inizia prima dell'atto degustativo, e comprende il rispetto per l'ambiente, l'attenzione per i luoghi, la tempistica della natura e la gratitudine per quanti hanno lavorato per darci quel cibo.
La cura del dettaglio, l'armonia del gesto, la sincerità dei rapporti che ci uniscono intorno alla tavola.
Tutto ciò che è bello nel cibo, non è un "bello" accessorio, ma necessario, è bellezza di un frutto appena colto, bellezza della salute, bellezza della condivisione e dell'onestà.
Il bello non deve essere un privilegio di pochi, il bello è un'esigenza primaria dell'individuo e della società. Il bello è naturale, ma bisogna saperlo vedere e produrre, dunque è cultura. Il bello rende le cose più accettabili, più buone, e non deve essere per forza il cibo bello e ricco delle grandi occasioni, può essere anche quello povero, improvvisato e quotidiano.
Di bellezza e bontà ce n'è bisogno tutti i giorni.