Credo che ognuno di noi sia responsabile delle proprie scelte e della propria crescita sensoriale, e credo anche che il confronto con gli altri aiuti a conoscere noi stessi, inteso come quello che abbiamo come cultura e quello che ci manca.
L'intento è capirci per comprendere meglio anche gli altri, che condividono con noi insicurezze o dubbi: avere la possibilità di scegliere e saperlo fare bene sono due grandi opportunità nonché la vera base della libertà individuale.
La conoscenza ne è sopratutto il veicolo, decidendo ed esprimendo il proprio giudizio infatti, ci permette di essere autentici e di crescere. Impedire agli altri la conoscenza, o cercare di imporre le proprie scelte, limita la crescita e la libertà individuale di chi avrebbe bisogno di imput liberi.
Il gusto di ciascuno di noi deve essere quindi frutto di un percorso individuale alimentato dalla propria curiosità, perchè solo così diventa il tramite per la conoscenza di sé, grazie all'informazione e alla sperimentazione di quella stessa informazione, così da poter acquisire gli strumenti necessari per operare delle scelte.
E' allo stesso modo importante la ricerca fatta da voi stessi, perchè ogni azione in tal senso costituirà un passo avanti nella vostra ricerca di conoscenza totale, conoscenza che vi auguro presto di condividere e diffondere il più possibile.
Buon lavoro
A.L.
Consideriamo spesso la musica come espressione d’arte, così come il teatro, la pittura, la letteratura e il cinema. E perché non la cucina? La sua funzione ci ha fatto dimenticare che, nelle mani di un grande cuoco, essa può arrivare ad emozionare anche più di un romanzo o di una sinfonia, dando gioia e conoscenza. Il mio blog parla di questo, di arte culinaria, per emozionarti e per emozionare…
mercoledì 26 gennaio 2011
Recensione: Compagnia generale dei viaggiatori, naviganti e sognatori.
Nel cercare di contribuire alla classificazione delle tipologie ormai sterminate di locali fusion a Milano, su segnalazione di un amico buongustaio sono finito qui.
Per chi ha fiuto gastronomico, sarà palese che già dietro ad un nome così ci deve essere passione e voglia di far le cose fatte bene, e difatti è proprio così.
Personalmente adoro solo due tipologie di locali dove si serve cucina giapponese, e di conseguenza non tollero tutti quelli che stanno nel mezzo e che non fanno niente per uscire da quella zona d'ombra.
Mi spiego meglio: da un lato mi piacciono (e ne sono alla continua ricerca) i locali tradizionali condotti dai veri maestri sushi che hanno studiato per poter esercitare il loro mestiere ed hanno minimo 30 anni di esperienza alle spalle, operanti in locali senza fronzoli e cedimenti alle mode. Ricordo con molto piacere che per diventare maestro sushi ci vogliono tassativamente 5 anni prima di mettersi all'opera.
Dall'altra m'incuriosisce e sono il primo a premiare chi fa vera ricerca e vera innovazione senza abbandonare le linee guida di una tipologia di cibo già ampiamente violentata come quella giapponese.
Bene, La Compagnia ne è decisamente un ottimo esempio.
Locale affascinante, lungo e stretto, luci basse, colori ocra e particolari in rame, finale del locale chiuso in una sorta di privè dove si mangia su grossi cuscini e tavoli bassi, un po' claustrofobico ma di sicuro effetto.
Sorprendente il lavoro che ha fatto il cuoco sui classici giapponesi, futomaki temaki & co., interpretati con l'uso di tanti prodotti orientali e buone associazioni di contrasti e sapori non usati solitamente in queste preparazioni.
Sequenze di tartare al cucchiaio notevoli per freschezza e fantasia, riso migliorabile ma sicuramente oltre la media milanese e svariate preparazioni curiose dello chef.
Da segnalare i molti cocktail a base di sakè veramente curiosi e buoni, e in linea generale possiamo parlare di un luogo davvero bello, consigliato a chi vuole provare un locale di ricerca in un ambiente d'effetto.
Servizio migliorabile e prezzi alti sono i piccoli difetti che a fine serata si dimenticano rispetto alle potenzialità del posto, assolutamente in linea con la qualità totale percepita e la qualità del cibo.
Compagnia generale dei viaggiatori, naviganti e sognatori
Viale Col di Lana 8, Milano
Tel. 02 55 16 154
Sito: www.compagniageneralemilano.com
Per chi ha fiuto gastronomico, sarà palese che già dietro ad un nome così ci deve essere passione e voglia di far le cose fatte bene, e difatti è proprio così.
Personalmente adoro solo due tipologie di locali dove si serve cucina giapponese, e di conseguenza non tollero tutti quelli che stanno nel mezzo e che non fanno niente per uscire da quella zona d'ombra.
Mi spiego meglio: da un lato mi piacciono (e ne sono alla continua ricerca) i locali tradizionali condotti dai veri maestri sushi che hanno studiato per poter esercitare il loro mestiere ed hanno minimo 30 anni di esperienza alle spalle, operanti in locali senza fronzoli e cedimenti alle mode. Ricordo con molto piacere che per diventare maestro sushi ci vogliono tassativamente 5 anni prima di mettersi all'opera.
Dall'altra m'incuriosisce e sono il primo a premiare chi fa vera ricerca e vera innovazione senza abbandonare le linee guida di una tipologia di cibo già ampiamente violentata come quella giapponese.
Bene, La Compagnia ne è decisamente un ottimo esempio.
Locale affascinante, lungo e stretto, luci basse, colori ocra e particolari in rame, finale del locale chiuso in una sorta di privè dove si mangia su grossi cuscini e tavoli bassi, un po' claustrofobico ma di sicuro effetto.
Sorprendente il lavoro che ha fatto il cuoco sui classici giapponesi, futomaki temaki & co., interpretati con l'uso di tanti prodotti orientali e buone associazioni di contrasti e sapori non usati solitamente in queste preparazioni.
Sequenze di tartare al cucchiaio notevoli per freschezza e fantasia, riso migliorabile ma sicuramente oltre la media milanese e svariate preparazioni curiose dello chef.
Da segnalare i molti cocktail a base di sakè veramente curiosi e buoni, e in linea generale possiamo parlare di un luogo davvero bello, consigliato a chi vuole provare un locale di ricerca in un ambiente d'effetto.
Servizio migliorabile e prezzi alti sono i piccoli difetti che a fine serata si dimenticano rispetto alle potenzialità del posto, assolutamente in linea con la qualità totale percepita e la qualità del cibo.
Compagnia generale dei viaggiatori, naviganti e sognatori
Viale Col di Lana 8, Milano
Tel. 02 55 16 154
Sito: www.compagniageneralemilano.com
lunedì 24 gennaio 2011
Ristoranti tradizionali italiani a Milano
Seconda guida riassuntiva dei ristoranti zona per zona.
Oggi il breviario su Milano: tranquilli, non mi sono ammattito a furia di cannoli e pastis... Presto giustificherò dettagliatamente i miei giudizi diametralmente opposti a quelli di famose guide su molti dei ristoranti blasonati, da me elencati qui di seguito che a mio avviso non meritano assolutamente nè la visita, nè la nomea...
La mia classifica:
Da provare e riprovare
13 Giugno (l'uno, non il due in Brera)
Boeucc
Cracco
Casa tua
Joia
Tano passami l'Olio
Al pont de Fer
Alfredo Gran San Bernardo
Nicola Cavallaro
Mandi!
Non convincono fino in fondo:
il Sambuco
Innocenti Evasioni
Montecristo
Osteria del binari
Seven
Piero e Pia
Cacio e Pepe
Da evitare:
Savini
Centro Ittico
Marchesino
Ostriche e vino
Acanto
Dal Bolognese
Ricordo che il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite, basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.
Il tutto sempre su minimo due visite... Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".
Spero di avervi fatto servizio utile.
A.L.
Oggi il breviario su Milano: tranquilli, non mi sono ammattito a furia di cannoli e pastis... Presto giustificherò dettagliatamente i miei giudizi diametralmente opposti a quelli di famose guide su molti dei ristoranti blasonati, da me elencati qui di seguito che a mio avviso non meritano assolutamente nè la visita, nè la nomea...
La mia classifica:
Da provare e riprovare
13 Giugno (l'uno, non il due in Brera)
Boeucc
Cracco
Casa tua
Joia
Tano passami l'Olio
Al pont de Fer
Alfredo Gran San Bernardo
Nicola Cavallaro
Mandi!
Non convincono fino in fondo:
il Sambuco
Innocenti Evasioni
Montecristo
Osteria del binari
Seven
Piero e Pia
Cacio e Pepe
Da evitare:
Savini
Centro Ittico
Marchesino
Ostriche e vino
Acanto
Dal Bolognese
Ricordo che il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite, basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.
Il tutto sempre su minimo due visite... Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".
Spero di avervi fatto servizio utile.
A.L.
domenica 23 gennaio 2011
Ristoranti Brianza
Post di utilità riassuntivo sui locali visitati ultimamente per darvi subito indirizzi da scoprire, visitare o evitare zona per zona...
Iniziamo dal triangolo Monza - Lecco - Como, ossia la Brianza!
Da provare e riprovare:
Osteria del tram, Bettola di Pozzo d'Adda
D-light, Vimercate
Osteria del ritrovo, Carate
Il giardino, Lecco
Lipen, Triuggio
Osteria della Buona Condotta, Ornago
Osteria della Posa, Besana
Non convincono fino in fondo:
Osteria del bacco, Monticello
Arco del Re, Arcore
Bacco e Tabacco, Monza
Camp di Cent Pertigh, Carate
Clichè, Villasanta
Fadanà, Bellusco
La Camilla, Concorezzo
Madeira, Oreno
Da evitare:
Al 37, Monticello
La dama di bacco, Carate
A l'Aldea antigua, Carate
La Rustica, Lesmo
Ostaria De Lesmo, Lesmo
Nonno Cet, Oreno
Via del Borgo, Concorezzo
Il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.
Il tutto sempre su minimo due visite. Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".
Spero di avervi fatto servizio utile.
A.L.
Iniziamo dal triangolo Monza - Lecco - Como, ossia la Brianza!
Da provare e riprovare:
Osteria del tram, Bettola di Pozzo d'Adda
D-light, Vimercate
Osteria del ritrovo, Carate
Il giardino, Lecco
Lipen, Triuggio
Osteria della Buona Condotta, Ornago
Osteria della Posa, Besana
Non convincono fino in fondo:
Osteria del bacco, Monticello
Arco del Re, Arcore
Bacco e Tabacco, Monza
Camp di Cent Pertigh, Carate
Clichè, Villasanta
Fadanà, Bellusco
La Camilla, Concorezzo
Madeira, Oreno
Da evitare:
Al 37, Monticello
La dama di bacco, Carate
A l'Aldea antigua, Carate
La Rustica, Lesmo
Ostaria De Lesmo, Lesmo
Nonno Cet, Oreno
Via del Borgo, Concorezzo
Il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.
Il tutto sempre su minimo due visite. Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".
Spero di avervi fatto servizio utile.
A.L.
giovedì 20 gennaio 2011
Le 10 cose enogastroturistiche che consiglio di fare prima di... non poterle più fare!
1. Cenare al ristorante "Ponto final" a Cacilhas (Lisbona) all'ora del tramonto in una limpida serata per provare quelle cose che solo i poeti sanno descrivere.
2. Una cena al ristorante Alkimia di Barcellona per capire l'emozionalità della semplicità.
3. Pranzare con la propria compagna con cose comprate al mercato rionale di Pechino all'hotel Commune By The Great Wall, Kempinski, nel vostro appartamento con vista muraglia cinese per far parte di un'opera d'arte polisensoriale.
4. Mangiare aragoste appena pescate da voi arrostite su una barca di pescatori al largo di Blody Bay in Jamaica per tener sempre conto che si potrebbe vivere e godere anche solo così.
5. Una cena al ristorante Tour D'Argent a Parigi per sentirsi un Re o una Regina.
6. Una cena nell'orto illuminato dal fuoco con la famiglia allargata di un cacciatore siciliano in un paesino sperduto sui Nebrodi per capire il vero significato di famiglia e convivialità.
7. Una merenda sotto un ulivo sulla spiaggia di Santorini a base d'insalata greca per sentire una volta nella vita quant'è diverso il profumo di olive, formaggio e pomodori in base a dove si mangia ed a come ci si sente.
8. Una cena al Combal.Zero di Torino per farvi guardare, da quel momento in poi, il cibo con un occhio ed un sentimento diverso.
9. Un tour tra le taperie più antiche di Madrid bevendo e mangiando sempre quello che vi consigliano per capire quant'è facile conoscere gente nuova e quanto è bello conoscere persone diverse da se stessi.
10. Mangiare a 32 anni la stessa pizzetta che mangiavi ai tempi delle medie quando ti ungevi tutte le mani durante l'intervallo e notare che i profumi ed i ricordi legati al cibo sono per sempre...
A.L.
2. Una cena al ristorante Alkimia di Barcellona per capire l'emozionalità della semplicità.
3. Pranzare con la propria compagna con cose comprate al mercato rionale di Pechino all'hotel Commune By The Great Wall, Kempinski, nel vostro appartamento con vista muraglia cinese per far parte di un'opera d'arte polisensoriale.
4. Mangiare aragoste appena pescate da voi arrostite su una barca di pescatori al largo di Blody Bay in Jamaica per tener sempre conto che si potrebbe vivere e godere anche solo così.
5. Una cena al ristorante Tour D'Argent a Parigi per sentirsi un Re o una Regina.
6. Una cena nell'orto illuminato dal fuoco con la famiglia allargata di un cacciatore siciliano in un paesino sperduto sui Nebrodi per capire il vero significato di famiglia e convivialità.
7. Una merenda sotto un ulivo sulla spiaggia di Santorini a base d'insalata greca per sentire una volta nella vita quant'è diverso il profumo di olive, formaggio e pomodori in base a dove si mangia ed a come ci si sente.
8. Una cena al Combal.Zero di Torino per farvi guardare, da quel momento in poi, il cibo con un occhio ed un sentimento diverso.
9. Un tour tra le taperie più antiche di Madrid bevendo e mangiando sempre quello che vi consigliano per capire quant'è facile conoscere gente nuova e quanto è bello conoscere persone diverse da se stessi.
10. Mangiare a 32 anni la stessa pizzetta che mangiavi ai tempi delle medie quando ti ungevi tutte le mani durante l'intervallo e notare che i profumi ed i ricordi legati al cibo sono per sempre...
A.L.
mercoledì 19 gennaio 2011
Sushi e Sashimi Vol.2
Continuando dal post precedente...
In modo molto semplice e rapido, cerchiamo adesso di dire con ordine ciò che nessuno quasi mai scrive o dice riguardo la cucina giapponese e il modaiolo e stra-proposto sushi e sashimi...
Per prima cosa, sushi e sashimi non sono i piatti principali della cucina giapponese!!!
Essa infatti è richissima di preparazioni come polpette, tofu preparato in svariati modi, zuppe eccezionali e preparazioni salutarissime a base di radici&co...
Il sushi ha origini antichissime, vi evito la storia secolo per secolo che comodamente potete trovare in rete in molti siti jap-oriented, qui mi limiterò a dire solo che l'idea nasce dopo il V secolo A.C.
Sì, avete letto bene, 5000 anni prima della nascita di Cristo! E noi che pensiamo di essere sempre i più bravi ed i primi in tutto, vero?
(Vorrei ricordare le varie dispute d'attribuzione alimentare che perdiamo puntualmente tipo per gli spaghetti o per il Tocai).
L'idea iniziale nacque per il trasporto del pesce, dove questo veniva conservato in scatole contenenti riso inzuppato in salamoia che avvolgeva il pesce dopo avergli tirato via le interiora (metodo nare zushi).
Nel corso dei secoli questo metodo si raffinò sempre più, rendendo mangiabile anche il riso che avvolgeva il pesce (con il metodo nama nare zushi).
Così si diffuse l'uso dell'abbinamento tra pesce crudo e riso, soprattutto per l'esigenza di portarsi il cibo fuori casa senza farlo deteriorare.
Se adesso passiamo le serate a chiedere coni e roll, la leggenda dice che lo dobbiamo ad un certo Yohei Hanaya, che aprì il suo banco da strada a Edo, l'attuale Tokyo, riutilizzando l'idea dell'hako zushi, e cioè il metodo diffuso in quel periodo che consisteva nel conservare il pesce in scatolette quadrate di legno dove poter pressare il contenuto.
Così, inizialmente, si diffuse come cibo da strada fatto un po' secondo la fantasia del "carrettaio", ma con il passare degli anni l'attenzione per il il cibo, con la ricerca di armonia e bellezza in tutte le sue forme portò la creazione di dettami ben precisi per la riuscita di un sushi buono da mangiare e bello da guardare. Questo, unito alla crescita esponenziale del costo del pesce e alla sua riduzione come volume di pescato, portò ad elitare questa mitica preparazione, facendola diventare fulcro dell'alta cucina nella sua forma massima d'ikebana (intesa qui come perfezione spirituale e delle forme).
Dopo questo inquadramento storico, per quanto riguarda il linguaggio che vorrebbe usare il sushi con noi vi rimando al prossimo post.
A.L.
In modo molto semplice e rapido, cerchiamo adesso di dire con ordine ciò che nessuno quasi mai scrive o dice riguardo la cucina giapponese e il modaiolo e stra-proposto sushi e sashimi...
Per prima cosa, sushi e sashimi non sono i piatti principali della cucina giapponese!!!
Essa infatti è richissima di preparazioni come polpette, tofu preparato in svariati modi, zuppe eccezionali e preparazioni salutarissime a base di radici&co...
Il sushi ha origini antichissime, vi evito la storia secolo per secolo che comodamente potete trovare in rete in molti siti jap-oriented, qui mi limiterò a dire solo che l'idea nasce dopo il V secolo A.C.
Sì, avete letto bene, 5000 anni prima della nascita di Cristo! E noi che pensiamo di essere sempre i più bravi ed i primi in tutto, vero?
(Vorrei ricordare le varie dispute d'attribuzione alimentare che perdiamo puntualmente tipo per gli spaghetti o per il Tocai).
L'idea iniziale nacque per il trasporto del pesce, dove questo veniva conservato in scatole contenenti riso inzuppato in salamoia che avvolgeva il pesce dopo avergli tirato via le interiora (metodo nare zushi).
Nel corso dei secoli questo metodo si raffinò sempre più, rendendo mangiabile anche il riso che avvolgeva il pesce (con il metodo nama nare zushi).
Così si diffuse l'uso dell'abbinamento tra pesce crudo e riso, soprattutto per l'esigenza di portarsi il cibo fuori casa senza farlo deteriorare.
Se adesso passiamo le serate a chiedere coni e roll, la leggenda dice che lo dobbiamo ad un certo Yohei Hanaya, che aprì il suo banco da strada a Edo, l'attuale Tokyo, riutilizzando l'idea dell'hako zushi, e cioè il metodo diffuso in quel periodo che consisteva nel conservare il pesce in scatolette quadrate di legno dove poter pressare il contenuto.
Così, inizialmente, si diffuse come cibo da strada fatto un po' secondo la fantasia del "carrettaio", ma con il passare degli anni l'attenzione per il il cibo, con la ricerca di armonia e bellezza in tutte le sue forme portò la creazione di dettami ben precisi per la riuscita di un sushi buono da mangiare e bello da guardare. Questo, unito alla crescita esponenziale del costo del pesce e alla sua riduzione come volume di pescato, portò ad elitare questa mitica preparazione, facendola diventare fulcro dell'alta cucina nella sua forma massima d'ikebana (intesa qui come perfezione spirituale e delle forme).
Dopo questo inquadramento storico, per quanto riguarda il linguaggio che vorrebbe usare il sushi con noi vi rimando al prossimo post.
A.L.
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martedì 18 gennaio 2011
Istruzioni per l'uso di questo blog
Avendo la pretesa di essere un blog utile per tutte quelle persone appassionate, curiose e fantasiose, ho pensato di semplificarne l'uso nel seguente modo.
Ogni post verrà indicizzato con le etichette, seguendo le 5 grandi famiglie recensione, ricetta, utilità, servizio e chiacchiere da cucina, con, a seguire, le etichette per specificarne il contenuto, come ad esempio recensione, asiatico, Milano (se commento per esempio un ristorante asiatico a Milano), o semplicemente Firenze, se si parla nel post di esperienze in quella città.
Il tutto in modo che, se per esempio la sera vi trovaste a Milano, e per cena vorreste provare qualcosa di nuovo, nella finestra a destra del blog "cerca" potete scrivere recensione o Milano e vi comparirà il materiale che spero vi possa essere utile.
Stessa cosa se non avete idee su cosa cucinarvi con quel poco che avete nel frigo o se vi state infilando in macchina in direzione Esselunga... Digitate ricetta e taaaac! Avrete quello che vi serve.
Chiaramente adesso ci metterò mesi a copiare qui tutto il mio materiale che ho sparso per blog, siti e forum del web... Ma pian piano arriveremo anche a quello...
Ovviamente consigli e idee sempre ben accette.
A.L.
Ogni post verrà indicizzato con le etichette, seguendo le 5 grandi famiglie recensione, ricetta, utilità, servizio e chiacchiere da cucina, con, a seguire, le etichette per specificarne il contenuto, come ad esempio recensione, asiatico, Milano (se commento per esempio un ristorante asiatico a Milano), o semplicemente Firenze, se si parla nel post di esperienze in quella città.
Il tutto in modo che, se per esempio la sera vi trovaste a Milano, e per cena vorreste provare qualcosa di nuovo, nella finestra a destra del blog "cerca" potete scrivere recensione o Milano e vi comparirà il materiale che spero vi possa essere utile.
Stessa cosa se non avete idee su cosa cucinarvi con quel poco che avete nel frigo o se vi state infilando in macchina in direzione Esselunga... Digitate ricetta e taaaac! Avrete quello che vi serve.
Chiaramente adesso ci metterò mesi a copiare qui tutto il mio materiale che ho sparso per blog, siti e forum del web... Ma pian piano arriveremo anche a quello...
Ovviamente consigli e idee sempre ben accette.
A.L.
Sushi e Sashimi Vol.1
Basta,
non ne posso davvero più di vedere sdoganata, alla mercé del più sfrontato ristoratore, una delle cucine più alte, illuminate, antiche e sane come quella giapponese.
Basta con il continuare a diffondere l'associazione cucina giapponese-sushi&sashimi, basta con il considerarla ed usarla come moda, è ora che qualcuno inizi a divulgare qualcosa in merito!
Me la prendo con voi, ristoratori ed imprenditori in cerca di "qualcosa di diverso" che per fare cassetto addirittura siete arrivati alla formula "all-you-can-eat" usando materie prime scandalose (e va già bene che siano a norma di legge...)
MA SIAMO IMPAZZITI???
Niente di più lontano da quello che vorrebbe insegnare l'illuminante cucina del sol levante!
E me la prendo anche con voi, che non aprite una ca..o di pagina in internet o che non sfogliate un minimo di libro per capirci qualcosa di più del "come si chiama il rotolino con il riso dentro"
Sarebbe come se io (da ignorante che sono in materie artistiche) andassi a vedere una mostra di Kandinsky senza audio-guida e senza un minimo d'informazione...
Bene, sappiate una cosa: uscire da un ristorante giapponese dicendo "mmm... buono, il pesce era fresco..." è come uscire da una mostra di Kandinsky e dire "mah li avrei fatti anch'io quei pastrugni"...
Per adesso ci tengo a dire solo una cosa: cercate di guardare con occhi diversi ciò che è diverso... Al prossimo post proviamo a spiegare bene il tutto.
A.L.
non ne posso davvero più di vedere sdoganata, alla mercé del più sfrontato ristoratore, una delle cucine più alte, illuminate, antiche e sane come quella giapponese.
Basta con il continuare a diffondere l'associazione cucina giapponese-sushi&sashimi, basta con il considerarla ed usarla come moda, è ora che qualcuno inizi a divulgare qualcosa in merito!
Me la prendo con voi, ristoratori ed imprenditori in cerca di "qualcosa di diverso" che per fare cassetto addirittura siete arrivati alla formula "all-you-can-eat" usando materie prime scandalose (e va già bene che siano a norma di legge...)
MA SIAMO IMPAZZITI???
Niente di più lontano da quello che vorrebbe insegnare l'illuminante cucina del sol levante!
E me la prendo anche con voi, che non aprite una ca..o di pagina in internet o che non sfogliate un minimo di libro per capirci qualcosa di più del "come si chiama il rotolino con il riso dentro"
Sarebbe come se io (da ignorante che sono in materie artistiche) andassi a vedere una mostra di Kandinsky senza audio-guida e senza un minimo d'informazione...
Bene, sappiate una cosa: uscire da un ristorante giapponese dicendo "mmm... buono, il pesce era fresco..." è come uscire da una mostra di Kandinsky e dire "mah li avrei fatti anch'io quei pastrugni"...
Per adesso ci tengo a dire solo una cosa: cercate di guardare con occhi diversi ciò che è diverso... Al prossimo post proviamo a spiegare bene il tutto.
A.L.
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lunedì 17 gennaio 2011
Il mio primo post
Ebbene sì, anch'io alla fine, come tutti gli pseudo-scrittori della rete, ho ceduto alle funzionalità del blog.
E così eccomi qui...
Vuoi per la mancanza oggettiva di tempo nel tenere aggiornati i contatti con i miei lettori di Facebook, del sito e delle mie rubriche sparse qua e là, o vuoi per la praticità di un contenitore non ben definito dove riassumere impressioni, recensioni o poter dare pareri e consigli senza categorizzazioni, sono arrivato anch'io qui.
L'idea iniziale è quella sopracitata, mi piacerebbe usare questa piattaforma anche come diario di marcia del progetto FoodAdvisor, magari come contenitore di foto o come promemoria di molte delle cose di cui vorrei parlare con quella pazza che vorrebbe scrivere un giorno qualcosa su di me...
Adesso spero di essere all'altezza delle vostre aspettative, perchè, come sa molto bene chi ha avuto modo di conoscermi, in campo culinario parlo e faccio molto meglio di come scrivo.
Come al solito spero tanto di darvi suggerimenti, idee, spunti di riflessioni che vi possano servire nel pratico come nella ricerca del vostro piacere in tutte le forme...
Buona lettura edonisti del gusto.
E così eccomi qui...
Vuoi per la mancanza oggettiva di tempo nel tenere aggiornati i contatti con i miei lettori di Facebook, del sito e delle mie rubriche sparse qua e là, o vuoi per la praticità di un contenitore non ben definito dove riassumere impressioni, recensioni o poter dare pareri e consigli senza categorizzazioni, sono arrivato anch'io qui.
L'idea iniziale è quella sopracitata, mi piacerebbe usare questa piattaforma anche come diario di marcia del progetto FoodAdvisor, magari come contenitore di foto o come promemoria di molte delle cose di cui vorrei parlare con quella pazza che vorrebbe scrivere un giorno qualcosa su di me...
Adesso spero di essere all'altezza delle vostre aspettative, perchè, come sa molto bene chi ha avuto modo di conoscermi, in campo culinario parlo e faccio molto meglio di come scrivo.
Come al solito spero tanto di darvi suggerimenti, idee, spunti di riflessioni che vi possano servire nel pratico come nella ricerca del vostro piacere in tutte le forme...
Buona lettura edonisti del gusto.
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