Oggi si parla moltissimo di cucina: è un continuo spuntare di ricette e diete proposte da cuochi famosi, profeti dell’alimentazione o buongustai travestiti da filosofi. Ma la letteratura c’era arrivata prima di tutti. Da millenni infatti gli scrittori danno da mangiare e da bere ai propri personaggi. Adamo ed Eva si giocarono il paradiso per una mela; Esaú vendette la sua primogenitura per un piatto di lenticchie. Il lettore sarà deliziato dalla poesia sprigionata dalla descrizione di una bouillabaisse (Thackeray), di un risotto alla milanese (Gadda) o di un’aringa marinata (Vittorini), si divertirà nel sentire parlare di cibo Cervantes o Campanile, mentre con Zola, Pirandello o Karen Blixen si commuoverà più che se tagliasse una cipolla.
L. Grandi, S. Tettamanti, Racconti Gastronomici, Einaudi 2012
Consideriamo spesso la musica come espressione d’arte, così come il teatro, la pittura, la letteratura e il cinema. E perché non la cucina? La sua funzione ci ha fatto dimenticare che, nelle mani di un grande cuoco, essa può arrivare ad emozionare anche più di un romanzo o di una sinfonia, dando gioia e conoscenza. Il mio blog parla di questo, di arte culinaria, per emozionarti e per emozionare…
martedì 2 aprile 2013
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