giovedì 15 dicembre 2011

Guida alla scelta di panettone e pandoro


In questo clima ormai Natalizio mi permetto di girarvi qualche indicazione su come scegliere panettoni e pandoro, visto che, come ogni anno, stanno per fare il loro ingresso trionfale sulle tavole degli italiani.

La scelta è sempre più variegata: dalle ricette tradizionali, più semplici, a quelle sempre più elaborate e ricche, i consumatori possono sbizzarrirsi ma anche andare incontro ad amletici dubbi in merito alla salubrità degli ingredienti usati.

Per orientarsi senza troppi patemi d'animo, quindi, può essere utile imparare a leggere le etichette di questi dolci. Nel caso in cui la scelta cada su un prodotto con i canditi di frutta, ad esempio, si deve considerare il fatto che quelli impiegati nei prodotti da agricoltura biologica, oltre a non essere mai colorati artificialmente, provengono con certezza da agrumeti trattati con mezzi di lotta amici dell'ambiente, mentre i prodotti convenzionali potrebbero contenere additivi chimici come bifenile (E230), ortofenilfenolo e il suo sale di sodio (E231, E232).

Per le persone particolarmente attente alla salute del cuore inoltre, è importante controllare, nella lista ingredienti, che non siano stati utilizzati grassi idrogenati, mentre è frequente imbattersi in panettoni e pandoro contenenti mono e digliceridi degli acidi grassi (E471, E472).
L'uso dell'uovo implica inoltre, nei prodotti non artigianali, l'aggiunta di additivi anti-fermentativi come l'acido sorbico e i suoi sali (E200, E203).
Similmente l'uvetta viene protetta dall'industria con l'anidride solforosa e i suoi derivati (E220, E221, E224, E226, E228) che inibisce lo sviluppo di muffe ma può causare qualche disturbo in quei soggetti alle prese con allergie o particolarmente sensibili.

Comunque sia, ricordatevi, meglio un buon panettone industriale che un panettone artigianale mediocre... anche se mangiare un buon panettone artigianale tiepido in una sera d'inverno è senza prezzo!!!

Buona scelta

A. L.

mercoledì 14 dicembre 2011

Recensione: ristorante D-light

Chi mi segue da anni lo sa bene, nel mio lavoro sono intransigente, alle volte lo ammetto, pesantemente intransigente. Uscendo da questo ristorante infatti, i miei fidi collaboratori non credevano alle loro orecchie quando ho detto loro che in questo locale neanche a volerlo trovi un difetto... Ma cominciamo dall'inizio.

Scoprire il ristorante D-light è stato per me come prendere un meteorite in testa: lo scenario ricettivo brianzolo, si sa, è pieno di vecchi ristoranti che si trascinano con ricette "veterane" trite e ritrite, di locali che vogliono fare i fenomeni senza averne gli strumenti, o di cucine con chef che si fregiano di essere stati nella cucina di Tizio o Caio senza però evidentemente aver imparato nulla...

Lo chef Fabio Borriello non rientra in nessuna di queste categorie, non si fa vedere sui giornali, parla con umiltà e fa i fatti, e che fatti!
Borriello ha portato finalmente l'alta cucina in Brianza senza botti e rumori, con la maestria tecnica e la padronanza delle cotture e degli elementi prima di tutto.

Il ristorante si presenta con un gradevolissimo stile dal design contemporaneo, con esposizioni d'arte moderna che variano a rotazione sulle pareti e composizioni floreali spesso d'avanguardia.

In sala, le piccole sbavature del servizio vengono egregiamente corrette con stile dallo chef, che fa spesso anche da anfitrione e consigliere ai clienti più affezionati del locale, la cantina è discreta con correttissimi ricarichi e con un occhio particolare all'enologia biodinamica.

Nel menù si spazia tra mare e terra presentando fantastiche e curiose preparazioni molto tecniche: da assaggiare la sua tempura, introvabile.

Qui ogni piatto e curato e studiato per stupire e per farti apprezzare qualcosa che va ben oltre il banale "mi piace/non mi piace", siamo di fronte a piatti che sono quasi scuola per i sensi, con la bellezza delle presentazioni che sembrerebbero di scuola Leeman e il risotto nettamente di scuola Marchesi.

Per concludere la mia dritta vi dico che i prezzi sono più che giustificati per questo livello di cucina: a Milano Borriello si potrebbe far pagare molto ma molto di più per le sensazioni e per la qualità che certamente vi saprà donare con le sue creazioni.
Per molti, ma non per tutti.
Provatelo in una sera speciale.

A.L.

Ristorante D-Light
Via 25 Aprile 2, Vimercate -MB-
Tel. 039 66 94 05
Sito:  http://www.dlight.info/index.htm





Recensione: enosteria Lipen, Triuggio

Ho sempre pensato che in Brianza, non essendo per sua natura terra dedita alla preparazione partenopea più classica, difficilmente avrei mangiato una pizza nella sua versione storica originale, e cioè composta da quel magico impasto di acqua, farina e lievito grande come un piatto da portata, di giusto spessore e con il bordo alto, fragrante e croccante (e non duro e fragile come spesso ci viene proposto).

Detto questo, mi ero ormai quasi convinto che in Brianza avremmo dovuto accontentarci di quelle simil-pizze ultrasottili o alte e gommose, piene di ingredienti di quart'ordine o di accostamenti che pur di proporre qualcosa di diverso farebbero rabbrividire anche il più civile dei buongustai.
Tutto questo fino a quando ho conosciuto, quasi per caso, il proprietario pizzaiolo "pizza-talebano" Corrado.

In questo locale si è veramente intransigenti sul simbolo della cucina italiana all'estero, qui davvero si può trovare la vera pizza napoletana come si faceva 1000 anni fa e come si prepara ancora oggi nelle pizzerie più tradizionaliste campane.

Corrado è davvero riuscito dove tanti altri han fallito e questa cosa, dopo mesi di piattume culinario, mi ha felicemente stupito.

Mi ha stupito in primis per la sua passione intransigente nel creare pizze con ingredienti d.o.c., intesi non semplicemente come buoni prodotti, un buon prosciutto o un buon pomodoro, ma usando materie prime con presidi slow food, che usati per la pizza sono una vera rarità!!!
La sua ricerca per la perfezione non si ferma a questo, la cottura della pizza è perfetta, il suo forno a legna davvero regala emozioni, e la lista non è infinita con mille possibilità: qui si cerca di indirizzare veramente il cliente in una scelta dedita all'assaggio della vera pizza tradizionale proponendo introvabili -sfido chiunque in questo- versioni antiche ormai dimenticate (da provare la versione antica della quattro stagioni).

Il locale è ampio, pulito e "rustical-chic", il servizio è gestito sapientemente da giovani promesse dell'istituto alberghiero, a tratti impressionanti per la loro preparazione tecnica su ciò che troveremo nel piatto e nei nostri bicchieri.

Il Lipen infatti è anche uno dei ristoranti meglio forniti di birre che si possono trovare in Brianza: la costante ricerca che c'è dietro a questa peculiarità è infatti ampiamente premiata dal numero di buongustai che ogni sera riempiono il locale per meditare davanti alle miglior birre europee, comprese Stout e Lambic, introvabili.

Una discreta cucina fa da contorno alle pizze, con guizzi di qualità e fantasia nei dolci, nei rum e whiskey sempre selezionati dal navigato padrone del locale.

Che dire ancora? Se non avete una nonna napoletana in casa che vi fa la pizza come si deve e come dovrebbe essere ovunque, e magari siete lontani dalle classiche due pizzerie storiche milanesi, andate al Lipen, mangiate, imparate tanto e diffondete il verbo.

A.L.

Enosteria Lipen
Via Conte Paolo Taverna 114,  20050 Triuggio -MB-
Tel. 0362 91 97 10
Sito:  www.lipen.it



lunedì 7 novembre 2011

Recensione: ristorante Materia Prima,Cassago Brianza





Solitamente sono molto restio nel dare fiducia a quei locali che sbandierano la propria apertura in pompa magna con cartelloni ed articoli simil-comunicati stampa.

Così il Materia Prima, già da quando i miei infiltrati mi vociferavano l'apertura, mi era sembrato proprio uno di questi locali appositamente pompati: per questo ho preferito far passare il clamore steroidizzato dei mass-media per cercare di cogliere la vera essenza del locale e le potenzialità della cucina a regime nel lungo periodo.
Sabato, finalmente, ho potuto testarlo per voi.

La struttura è stata ricavata da un'ala attigua alla Spa di Colzani, ubicazione che dà l'impressione di essere un'idea post-costruzione del complesso ma in cui comunque, grazie alla bravura dei camerieri, ci si dimentica di cenare in quello che, praticamente, sembra un lungo corridoio adibito a sala da pranzo.

La scelta di un menù essenziale è davvero inusuale, ma che premia  assolutamente ogni portata che ho potuto provare: non si trattava quindi solo di pubblicità, le preparazioni sono davvero improntate ad evidenziare la bontà delle materie prime modificandole il meno possibile.

L'orientamento di una cucina "pulita ed essenziale" è una bella sfida per ogni cuoco: prendendo questa strada bisogna davvero dimostrare di aver grande padronanza e sapienza tecnica nella costruzione dei piatti, e in questo lo chef Colzani ci riesce e stupisce.

Il risultato è una serie di composizioni dall'ispirazione moderna, ottime mise en place e rarissime imperfezioni nei piatti, grande uso di pesce crudo e materie prime ricercate ed abbinate in modo saggio e ragionato.

La cantina dei vini appare, a mio modo di vedere, economicamente squilibrata: a volte in eccesso ma spesso per difetto, e questo forse è dettato dalla politica aziendale di lanciare alcune etichette a favore di altre, segnalo inoltre nei vini da dessert alcune curiosissime chicche.

Insomma, per far capire ai miei lettori gastonomicamente piu' glob-trotter lo stile di cucina, a mente fredda, direi che ricorda molto l'avanguardismo spagnolo dell'Alkimia barcellonese di Jordi Vilà, quindi una cucina adulta e colta.

Degno di nota il risotto (sfida lanciatemi dal cameriere e vinta egregiamente) davvero tra i migliori provati quest'anno.

Simpatia e competenza tra i tavoli fanno del ristorante Materia Prima un luogo dove provare una cucina diversa, più adulta e forse più da capire, rispetto alle banalità al quale non dovremmo mai abituarci, ma che purtroppo dilagano.

Quindi, se volete provare davvero una cucina diversa senza voli pindarici o azzardi futuristici, sempre leggera ed equilibrata, scusandomi con lo chef per essere partito con errati preconcetti, vi consiglio di andare a Cassago, la vostra cultura gastronomica ringrazierà e probabilmente stupirete anche i vostri commensali.






Materia Prima
Via Sauro 47, 23893 Cassago Brianza -Lc-
Tel. 039 95 54 00
Sito:  www.ristorantemateriaprima.it

Recensione: ristorante Al Grissino, Milano



Esistono pochi locali nel capoluogo che hanno mantenuto il fascino della Milano ricca e favillante degli anni pre-tangentopoli senza scadere nell'opulenza ed arrivare a sembrare un locale trasandato che propone la solita orata al cartoccio in alternativa al branzino al sale.

Lo storico Grissino ci riesce ancora.

Sarà l'arredamento, l'età dei camerieri, le foto ricordo con i simil-vip, ma ci si sente davvero ancora nel pieno di quegli anni.

Sì perchè il locale ha mantenuto sapientemente nel tempo il suo stile chic anni '80, e adesso forse sarebbe ad hoc per un film di Boldi, ma fà comunque piacere esserci dentro...
Per accogliere tutti gli avventori la struttura del locale si è curiosamente allargata sempre più, creando una specie di labirinto costituito dalle varie salette che si snodano lungo un tortuoso percorso che passa dalla cucina, e questa trovo che sia una curiosità che obblighi a garantire bellezza, pulizia dei locali di lavoro ed una freschezza scintillante di tutto l'insieme cucina-materie prime... cosa non scontata purtroppo in tanti locali milanesi seppur dotati di cucina a vista.

La cucina è improntata sul pesce, ottime le preparazioni classiche e buone anche alcune reinterpretazioni dello chef, cantina fornitissima con giusti ricarichi.

Curiosamente come antipasti viene sempre proposto una sequenza lunghissima di piccole porzioni assortite di pesce crudo o preparato secondo le tradizioni di mare italiane, cosa alquanto inusuale ma che soddisfa ampiamente e fa provare molte preparazioni in più rispetto alla classica sequenza antipasto-primo-secondo.

Punto dolente: il servizio. Sì perchè purtroppo per noi avventori, il locale è spesso pieno, ed i camerieri sono obbligati a volare da un tavolo all'altro volteggiando con estrema velocità, freddezza, ed a volte anche troppa scontatezza, come se tutti fossero clienti da anni conoscenti dell'offerta di cantina e menù. Questo fenomeno risulta sempre parecchio fastidioso e che fa capire ancora una volta come ci sia una grande differenza tra la rapidità e professionalità dei camerieri e l'improvvisazione di persone impegnate in lavori che non sentono loro.

Per concludere; se volete passare una serata in un locale con una grandissima cucina di mare, mangiare del buon pesce in mezzo a tanta gente (alle volte seduta troppo vicina) e siete disponibili a chiudere un occhio su un servizio un pò troppo "pizzaiolo" pur spendendo 90 Euro a testa tra notorietà imprenditoriali milanesi, inforcate i vostri Ray-Ban, indossate il vostro montone ed Al Grissino vi sentirete i re della serata.






Al Grissino
Via Giovanni Battista Tiepolo 54, Milano
Tel. 02 73 03 92
Sito:  www.ristorantealgrissino.com

venerdì 9 settembre 2011

Non mi sono ritirato alle Maldive...

Comunicazione interna:
con la presente volevo comunicare a quei lettori saltuari o a chi non mi scrive tramite mail, che non mi sono ritirato, non sono stato intossicato, non sono andato all’estero o nessun altro catastrofico evento!
Semplicemente, come preannunciato da tempo, grazie a voi e grazie alle richieste dei clienti, ho pensato di farmi autorizzare dalla casa editrice per cui scrivo a mettere tutti i miei resoconti culinari inerenti alla Brianza su un mio sito integrativo che potesse supportare sia il mio lavoro di Food Advisor sia di recensore per chi ama leggere le mie gastro-avventure, così mi sono affidato alla Eve di Milano per realizzare il tutto in maniera professionale.
Però essendoci stata l'estate di mezzo, periodo per chi mi conosce di mia totale assenza a causa di lavori esterni con i gastroturisti vacanzieri, non ho potuto collaborare con i webmaster e così le cose sono slittate.
Abbiate pazienza però lettori miei, a fine settembre avrete tanto di quel materiale da poter gironzolare per molti mesi per mezza Lombardia, divertendovi anche con le critiche che pioveranno per le recensioni di quei locali scandalosi di cui senza filtro racconterò…
A presto

A.L.

mercoledì 27 luglio 2011

News per la serata


In attesa di pubblicarvi la recensione mensile sul filo del rasoio, volevo condividere con milanesi e residenti in zona queste due serate estremamente didattiche, in cui ho avuto modo di toccare con mano i prodotti in anteprima... Eh sì, ci sarà qualche vantaggio nel fare il foodadvisor!!


http://www.ristorantemacelleriamotta.it/


Fatemi sapere... e magari fatevi riconoscere, sarò presente sul luogo in entrambe le serate perchè, sapete, non si smette davvero mai d'imparare...

giovedì 16 giugno 2011

Recensione: Ristorante Don Juan, Milano

Oggi vi racconterò della mia ultima spedizione fatta per i mie amatissimi lettori e per la mia curiosità di provare un locale che un mio caro amico, dotato di notevole esperienza enogastronomica, definiva e forse ancora definisce come "la miglior carne di Milano".

Il ristorante in questione è il famosissimo Don Juan, ma vi prego non pronunciate Don "GIUAN" ma Don "HUAN"!!!

Vediamo com'è andata questa volta...

Arrivo alle 22.30 ed il locale si presenta come al solito - a detta di alcuni lettori - full, con gente in coda nonostante la prenotazione, inconveniente al quale con estrema classe il titolare ovvia offrendo una spettacolare sangria e gestendo la situazione con molto stile e professionalità.

Ci sediamo, avvolti da un arredamento piuttosto anonimo, tra tavolini poco distanti l'uno dall'altro ed un notevole fragore dato dal chiacchericcio dei commensali che rimbomba a causa della ridotta dimensione del locale.

Apriamo il menù ed effettivamente l'offerta spazia tra i più classici tagli proposti nei ristoranti argentini, quindi largo spazio a lomo, bife, picanha... arricchiti da antipasti e verdure ben preparati che fanno solo da contorno all'orgia carnivora...

Ok, ma arriviamo al sodo direte voi!
E' o non è la miglior carne di Milano?!? O addirittura come ha bestemmiato qualcuno sul web "il miglior argentino d'Italia!"?!?

No, non lo è! O meglio... mi spiego... La carne è sicuramente un prodotto di alta qualità, ma come ripeto da anni, per dare una corretta valutazione bisogna sempre partire dal rapporto qualità/prezzo prima di stabilire poi il confronto con la concorrenza.
Quindi posso dire che non basta una qualità buona per decretare la miglior carne o il miglior argentino d'Italia, ci vuole anche qualcosa in più degli altri, qualche valore aggiunto che magari presenta soltanto questo locale, e qui mi spiace ma non c'è, si mangia bene e basta.

Il servizio è rapidissimo e gentilissimo, preparato e premuroso, i dolci argentini fatti in maniera più che decorosa e presentati molto bene, la frequentazione del ristorante è, di sicuro, mediamente altalocata, si mangia in un locale famoso e spesso s'intercettano vip al tavolo adiacente. Ok, ma niente di più.

P.s. Per la cronaca il mio ristorante "carnivoro" milanese preferito rimane per qualità, ambiente, allegria, ottimi cocktail e carne perfetta il Picanha's in piazzale Lotto, provare per credere.

Fatemi sapere carissimi!

Don Juan
Via Altaguardia 2, Milano
Tel. 02 58 43 08 05
Sito:  www.ristorantedonjuan.com

mercoledì 8 giugno 2011

Recensione: Ristorante La Piazzetta, Montevecchia

Questo localino brianzolo ha la fortuna di essere su uno dei più belli colli brianzoli, Montevecchia; di conseguenza la vista dei tavoli vicini alle finestre risulta spettacolare ed impagabile, sopratutto nelle terse serate estive.

La piazzetta è un locale d'esperienza, dove al comando c'è il coriaceo ed autentico Walter, che dirige personalmente ed ininterrotamente questo locale dal 1998, cosa degna di nota visto il continuo passaggio di mano in mano e apri e chiudi dei locali della zona.

Ma non è solo grazie al contesto esterno del locale che questo romantico ristorantino persiste nel tempo, anche i piatti sono ricchi di sostanza.

D'impronta altoatesina, la cucina della piazzetta è di notevole livello, con ottime materie prime nei piatti, ricerca continua ed un buon occhio alla presentazione.

Il menù si snocciola tra la tradizione culinaria del patron e le classiche ricette lombarde, difficilmente un piatto viene preparato in modo sbagliato, e spesso incuriosiscono per gli accostamenti inediti e la perfezione delle cotture.

Cantina notevole con giusti rincari, piccola pasticceria curiosa e buoni distillati per chiudere il campo puramente alimentare.

Purtroppo la sua ottima cucina deve pagare pegno per un ambiente interno stanco e logoro, bagni inguardabili e scale a chiocciola scocciate fanno rabbrividire chiunque si alzi da tavola distraendosi dal bellissimo panorama.

In ultimo, il patron ci mette del suo, presentandosi in modo stanco ed in linea con la cura del locale lasciando nel sito un menù del giugno 2010 e presentando un disordine negli arredi inaccetabile per il luogo che vorrebbe essere: in questo modo l'ottima cucina, le buone materie prime e la costruzione correttissima della stragrande maggioranza dei piatti viene purtroppo appannata.

Rinnovatevi gente, rinnovatevi, le spese devono essere viste come investimenti... Non basta una buona cucina per fare di un ristorante un locale piacevole!


La piazzetta
Largo Maria Gaetana Agnesi, Montevecchia
Tel.  039 993 01 06
Sito: www.ristolapiazzetta.it

martedì 7 giugno 2011

Post di chiarimento!!

Come molti di voi avranno notato, in questo nuovo blog avevo inizialmente deciso di lasciare il libero commento a chiunque, nella speranza che un briciolo di maturità accompagnasse ogni persona.

Ma, malauguratamente, sia io che alcuni amici - lettori hanno notato che ultimamente anche qui, nonostante sia solo la mia piccola community di clienti ed amici appassionati, si sta commentando ogni post con accuse sul mio modo di scrivere. Posso capire giudizi sul contenuto, ben vengano, ogni opinione è sacra! Chi mi conosce sa che sono apertissimo a critiche, osservazioni ed a un cambio di opinione radicale, nel caso, come già successo in passato...
Ma palesi finti commenti pro o contro il luogo recensito, ed offese gratuite cercando di screditare chiunque, questo non lo accetto.

Ora, se non è abbastanza chiaro, ci tengo a precisare che:

Primo
Nessuno vi obbliga a leggere il mio blog, se reputate che che io abbia scarse conoscenze in materia, se reputate che il mio italiano sia un po' "maccheronico" a volte, se mi pensate come un esaltato o un ignorante che si crede chissà chi, se pensate che le mie opinioni siano perfettamente insignificanti, perchè perdete tempo su questo blog o mandandomi mail??? Esistono altri mille blog simili!!

Secondo
Se non avete una valvola di sfogo e siete invidiosi del mio lavoro, fatevene una ragione o continuate pure a divertirvi cercando di screditarmi, tanto siete e rimarrete solo una mosca bianca... Il mio volume di lettori su ogni piattaforma è in crescita costante, quindi non sarete voi con i vostri commenti ad impedire il mio lavoro.

Terzo
Io scrivo qui solo ed esclusivamente ciò che penso in base alla mia esperienza ed al mio modo di vedere il cibo e la ricettività e non sono assolutamente corruttibile o legato a nessun locale,  ogni mia eventuale critica è fatta solo per spronare e stimolare, e non per ledere o far cattiva pubblicità!

Quarto
Se a qualcuno non andasse bene o se dovesse ritenere sbagliata una mia recensione, che possa essere il proprietario del posto, un amico o semplicemente qualcuno a cui sta a cuore un locale, mi scriva senza problemi e in modo civile, obiettivo e concreto alla mia mail.
Io, ripeto, sono sempre pronto a rettificare qualsiasi mia opinione o ritornare da qualsiasi parte personalemente o inviando qualche amico giornalista per smentirmi o per confermare le mie opinioni, è davveroo inutile perdere tempo e soldi in querele per cercare per zittirmi, perchè come ha confermato il Tribunale di Milano più volte a me e ad altri blogger, la legge, grazie a Dio, permette la libera espressione soggettiva a qualsiasi persona.
In Italia potrebbe essere punibile se scrivessi, ad esempio, che la mamma di un ristoratore faccia chissà quale mestiere non essendo vero, ma non di certo posso essere punito se esprimo la mia opinione su un locale dicendo che non si mangi bene, o che ho potuto assaggiare un piatto che a mio modo di vedere sembri scandaloso...

Quinto ed ultimo
Non mi credo assolutamente nessuno, sono solo un appassionato che esprime le sue opinioni per dare un servizio alle persone che non vogliono andare al buio in locali sconosciuti, se poi il posizionamento nelle prime pagine di google conferma che il modo di esprimermi e quello che c'è dietro alle parole piace alle persone... Beh, fa solo piacere.

Grazie a tutti per l'attenzione,
W la mia scrittura maccheronica e l'arte del cibo allora!

venerdì 6 maggio 2011

Letture: "L'orata spudorata", Moretti e Biffi


Ricette e racconti per salvare il mondo dal cattivo gusto, scritto dal più futurista degli chef...
Non posso che consigliarvelo, saranno i migliori cinque Euro spesi nelle vostra vita da gastro-appassionati!

Fatemi sapere...

A.L.

giovedì 5 maggio 2011

Recensione: Osteria del tram, Pozzo D'Adda

Quest'oggi rispondo alla gentile richiesta di Elisa, che mi chiede tramite mail un posto nella provincia di Milano "un pò speciale, qualcosa di diverso per mio marito che è un buongustaio..." scrivendovi una breve recensione di questo localino speciale a cui tengo particolarmente per elettività gastronomiche.

L'osteria del tram è un'oasi per i buongustai-gastronauti che si vogliono spingere quasi ai confini della provincia bergamasca per provare qualcosa di nuovo che non vi aspettereste mai di trovare tra i campi coltivati ed i maneggi che caratterizzano questa zona.

Il locale presenta un design contemporaneo, lineare, con oggetti di arredo moderno, laccati senza ostentazione, ed è sapientemente diviso al suo interno in due aree ben distinte: la prima racchiude i classici tavoli per pranzi o cene, la seconda è una zona relax fatta di tavolini bassi e comode sedute per finali di serata o per bere una buona bottiglia senza l'impegno di una cena.

Al comando del locale ci sono due giovani ed appassionatissimi fratelli che fanno una ricerca di materie prime costante ed ininterrotta da anni.

Il menù è sapientemente diviso tra le preparazioni base che rimangono invariate durante l'anno, dove le carni vengono acquistate e curate niente di meno che dal celebre Motta d'Inzago, e gli speciali della regione prescelta del momento.

Nella parte del menù dedicata alla regione del momento non troviamo semplicemente i piatti classici come i maccheroni cacio e pepe per il Lazio o le trenette al pesto per la Liguria, ma scopriamo con piacere una vastissima scelta di salumi,formaggi e ricette più o meno dimenticate della regione, un paradiso per i gastronauti che non vogliono spostarsi dalla provincia milanese, oserei dire...

Le porzioni sono sempre abbondanti, le materie prime comprate, nella maggior parte dei casi, da artigiani o piccoli produttori, e la carta dei vini è sicuramente una delle migliori della zona per ampiezza e ricerca.

Il servizio è sempre gentile e garbato, e se avrete voglia di chiaccherare di cucina e vini Angelo sarà solo contento di discuterne con voi, d'estate è anche disponibile un piccolo esterno open space e periodicamente si organizzano cene a tema per gli habitué.

Cara Elisa, il marito ringrazierà e ci tornerà sicuramente.
Buona gita


Osteria del Tram
Via Milano 93, 20060 Bettola di Pozzo d'Adda, -MI-

Tel. 02 90 96 90 69

mercoledì 4 maggio 2011

Recensione: Ristorante da Pasqualino, Montevecchia

Oggi vi scrivo la recensione di un grande classico della ristorazione brianzola: il ristorante da Pasqualino!

Quante volte vi sarà capitato, se avete amici buongustai, di sentirvi dire nella stagione invernale: "andiamo a mangiarci un risotto da Pasqualino a Montevecchia?"
Io dopo anni, ci sono tornato.

E' tutto restato esattamente come ricordavo, sembra quasi che il tempo si sia fermato.
Locale classicisimo che profuma di antiche osterie di montagna, sviluppato in un ambiente in pietra, chiaro ed accogliente, con salette piccole ed intime.

Il menù è questo da anni e non si sgarra mai sfociando in strane piroette gastronomiche o enfatizzate stranezze non locali, in questo posto si viene per mangiare bene e brianzolo.
In primis: il risotto, fatto come tradizione vuole, buonissimo e mantecato perfettamente, quello giallo è il mio piatto preferito tra quelli proposti dal locale.

Stupisce poi l'attaccamento a piatti di difficile comprensione dai più, per esempio rognone e lumache, fatte in modi diversi, tutti perfetti, forse solo la bourguignonne un po' troppo carica d'aglio per i palati medi... Ma queste sono finezze a cui il viandante medio non bada...

Filetto tenerissimo, brasato, classici formaggini di Montevecchia ed una carta dei vini minimal (che confà molto a locali di questa impronta) coronano il tutto.

Un servizio di carattere completa l'ambientazione particolare, a tratti romantica, che ti fa sentire in una casa di caccia del '900, chef-anfitrione sempre in sala dimostrano l'attaccamento della famiglia Galbusera al locale, particolare che permette dopo numerosi anni di non dare il minimo segno di cedimento alle credenziali sul quale si è costruito questo locale-bomboniera brianzolo.

Ultimo ma non meno importante, i prezzi, onestissimi che ti permettono di uscire dal locale satolli e sorridenti... Pronti a passeggiare fino alla macchina che spero per voi abbiate parcheggiato dopo il locale sulla panoramica per usufruire della camminata al vostro ritorno.

Bravissimi, non cambiate mai, la qualità costa ma alla lunga paga, SEMPRE.


Da Pasqualino
Via Belvedere 41, Montevecchia
Tel.  039 99 30 560
Sito:  www.trattoriadapasqualino.it

martedì 12 aprile 2011

Recensione: Ristorante Semigiò, Vimercate

A distanza di un anno dalla mia prima visita in questo particolarissimo ristorante-pizzeria vimercatese, decido di rivisitarlo dopo il mio grande stupore nel vederlo decantato in una nota guida gastronomica posizionandolo tra i migliori del comune brianzolo.

Vuoi per l'ex appartenenza al mondo media-televisivo, vuoi per la spiccata sensibilità artistica dei titolari, in questo posto la scenografia fa davvero la parte del leone. Il locale è bellissimo, sinuoso e luccicante, ogni particolare è studiato per stupire ed i pezzi di design per chi ha occhio non sfuggono.

Il servizio è squisito per la caratteristica intrinseca che accomuna tutto lo staff, e gentilezza e premura sono all'ordine del giorno, ma questo è un ristorante, non una galleria d'arte, quindi dopo esser stati folgorati dalla location sediamoci e ordiniamo...

Il menù si divide equamente tra le pizze classiche basse proposte in più tipi d'impasto ed una proposta culinaria di grande idee ma di discretissimi risultati, carta dei vini nella media, ottimo pane e dolci fantasiosi che coronano il tutto.

Adesso parliamo di uno dei pochi punti deboli del locale: la cucina!

Grandissima e ingegnosissima l'idea di proporre la sera piatti unici con 2 mezze portate liberamente associate dallo chef toscano, preparazioni che sulla carta sembrerebbero quasi fatti con la stessa cura con il quale è stato creato ed è gestito il locale, ma non è così.

La presentazione di tutti i piatti è quasi all'altezza del House Tea di Pechino, ma l'estetica del piatto deve essere un preludio e non l'obiettivo finale, così lo sformatino di Bagoss risulta un pesante e normalissimo tomino, i paccheri con quaglia risultano in bagno d'olio e le pappardelle scotte.

Peccato, perchè le idee in questo locale sono davvero all'avanguardia e l'ambiente propositivo arriva nei piatti dotandoli di una cura estetica ed una presentazione particolarmente curata ed a tratti innovativa: se la cucina fosse solo minimamente all'altezza rispetto a tutto il resto, diventerebbe davvero un locale innovativo ed emozionale.

Ma l'emozionalità di una portata, l'esperienza sensoriale, il valore aggiunto di un piatto non va ricercato solo nella bellezza o nella rivoluzionarietà della costruzione, al contrario parte dalle materie prime per esprimersi con la forma.

Ed è così che non giustifico un conto che sfiora i 100 Euro con 2 antipasti 2 piatti unici e 2 calici di vino!
Se solo il conto totale fosse più popolare e la pizza fosse fatta con materie prime migliori, di certo lo consiglierei, anche solo per provare a cenare in un locale studiato dall'architetto Nespoli.

Semigiò
Largo Europa 6, Vimercate -MB-
Tel.  039 62 60 003
Sito:  www.semigio.it

mercoledì 6 aprile 2011

Recensione: Ristorante il Granero, Bernareggio

Dopo un periodo d'assenza dovuto ai soliti motivi lavorativi, a grande richiesta sono andato a visitarvi l'ultimo locale del famoso o famigerato gruppo Mandelli, nato sulle ceneri dello storico locale "Il Francolino".

Questa volta la scelta gestionale è ricaduta sul figlio Riccardo e su Luca Guzzetti, giovane talento delle public relation brianzole che ovunque vada fa la differenza.

Il locale sostanzialmente è basato sul tanto entusiasmo del giovanissimo staff e sulle sperimentazioni che caratterizzano le gestioni giovanili dei locali lombardi.

Il posto risulta totalmente rinnovato, molto bianco, in un ambiente a cavallo tra il rustico e l'asettico che fa da contorno ad un'idea che sta palesemente funzionando dove tanti altri hanno fallito:la diffusione e la proposta di tapas.

Si, perchè sfortunatamente per noi ma fortunatamente per tanti proprietari di pub, in lombardia come in molte altre zone italiane l'orribile usanza dell'happy hour ha fatto scuola, disseminando i banconi di riciclati del pranzo, tristi bocconcini e mogia e unta salumeria di quart'ordine massacrando i nostri stomaci e stroncando il nostro appetito.

Mai niente di più lontanto dal valorizzare ciò che si mangia.

Grazie però all'amore ed all'alta cultura gastronomica di popoli come quelli iberici, a contrario di molti di noi che usano il cibo solo come mero nutrimento (per chi non lo sapesse, in paesi come la spagna il cibo è visto più come un frutto del territorio ed un'occasione per stare insieme), si continua ad incontrarsi ed a passare le serate davanti a piccole e numerose portate in più locali nella stessa sera: da qui il diffuso uso delle tapas e l'idea di Mandelli & Guzzetti di importare il loro mondo anche nel cuore della Brianza!

Ma il Granero non è solo una sperimentazione culturale Spagnola-lombarda, è anche ottima carne.

Carne che proviene da varie parti del mondo ma sempre di ottima qualità, cotta sempre nel modo giusto e presentata a dovere con giusti prezzi.

Bontà che però fa nascere spontaneamente la domanda: "perchè non eliminare immediatamente quella banalissima ed egizianissima pizza che propongono?"
Il giovane direttore mi risponde giustificando il diffuso uso dell'abbinamento pizza post tapas, cosa che mi dicono succeda nell'80% dei loro clienti. De gustibus...

Un servizio che paga la giovanissima età media necessitando urgentemente di un regista di carattere ed una lista dei vini minimalista fanno da contorno al tutto.

Insomma, nonostante la precocità della mia recensione, il locale non ha più di 3 mesi, la qualità e la perfezione di cottura delle carni mi hanno davvero impressionato, caratteristiche effettivamente sconosciute a tutti i locali della zona, da Paderno a Barzanò... E l'idea di proporre tapas per una serata leggera basata sul motto "Vamos a tapear!", con un buon rosso e quattro chiacchere,  ha il mio totale appoggio,anche se penso che la realtà debba essere cercata il più possibile dietro ad entusiasmo ed idee.

Quindi coraggio!
Miglioriamo, e diamo un senso unico al tutto, cercando di rendere il servizio all'altezza della cucina!
Comunque ottima partenza ragazzi, e tanti auguri a tutti i giovani imprenditori del settore che comunque vada vanno premiati per la passione e per il coraggio.


Il Granero
Via Roma 86, Bernareggio -MB-
Tel. 039 69 00 581
Sito:  www.ilgranero.it

lunedì 21 marzo 2011

Recensione: Ristorante messicano Mivida, Cinisello

Difficilmente mi permetto di commentare in modo particolarmente duro un locale, perchè dietro a qualsiasi risultato c'è sempre il lavoro di qualcuno e l'investimento di un imprenditore, quindi, comunque sia il risultato, credo che vada rispettato.

Ma, e sottolineo ma, vanno anche rispettati i soldi e la salute di chi decide di andarci a mangiare, in quel locale.

Il ristorante si presenta come i più classici locali messicani meneghini, colori pastello scintillanti ovunque, musica caraibica e giovani cameriere che corrono da una parte all'altra senza badare troppo alle tue esigenze.

Il menù vorrebbe dare l'impressione di poter dare l'infinita scelta che concedono i grandi locali come la catena Mexicali, peccato però che dietro a menù così vasti, o ci si può permettere cucina e cucinieri all'altezza, oppure è meglio che si lasci stare.

I dubbi della cucina al risparmio emergono subito dalle 5 (di numero!) chips che vengono servite al tavolo con la classica salsa semi-piccante che sfigura anche con l'ultima preparazione pronta all'uso del peggiore supermercato.

Come un fulmine, dopo pochi secondi dall'arrivo del menù piomba un cameriere che ci impone la tassativa comunicazione di relativi antipasti,  bevande e secondi, il tutto con estremo rigore e fermezza (...).

Basiti attendiamo i nostri piatti, che si presentano dopo molto, ma molto tempo, con un aspetto che spiazzerebbe anche il più fanatico di cibi sudamericani.

Evitando d'infierire troppo racconto solo il triste piatto "Salsiccia messicana con formaggio fuso", piatto consigliatomi dal marziale cameriere, che apparirà come una fumante pentola di formaggio oleoso con 4, e ripeto 4 micro pezzetti di salsiccia secca che trascorsi pochi minuti formeranno una pefetta mattonella con il formaggio, tanto da poter ribaltare il tutto per poter ottenere il perfetto stampo del contenitore...

Tortillas unte e un fritto puzzolente e stomachevole contornano altri piatti caratteristici.

Degna di nota anche la mancanza di professionalità quando, in maniera garbata e costruttiva, faccio presente il tutto e come risposta mi viene addebitato puntualmente ogni piatto, anche quelli minimamente toccati e abbandonati sul tavolo per la tutela della mia salute...
Meglio fermarsi qui... Concludendo nella speranza che la mia disavventura messicana possa essere stata solo un episodio sfortunato, o forse c'è davvero qualcosa da rivedere in quella cucina.
Per la cronaca, se siete in zona, proseguite di pochi chilometri verso Milano fino in via Cornalia ed andate al Piedra del sol, che seppur meno sfavillante e colorato, di certo vi farà dormire la notte senza strani risvegli...

Mivida
Via Abramo Lincoln 65, Cinisello Balsamo -MI-
Tel. 02 66 00 827
Sito:  http://www.ristorantemivida.it/pc_index.asp

domenica 13 marzo 2011

Recensione: Ristorante Passone, Montevecchia

Seconda tappa nella suggestiva Montevecchia, che ho deciso di testare a pranzo per mancanza di serate libere.

Premesso che difficilmente riescono ad entusiasmarmi i grandi saloni dedicati spesso a matrimoni e cerimonie, il Passone invece ha potuto smentire questo aspetto con mia grande felicità.

Il locale, estremamente caratteristico con un leitmotiv di spirito medievale, risulta altamente curato nei minimi particolari, nonostante gli spazi poco intimi.

Il personale risulta molto cortese e attento, servendo un'ottima cucina autoctona eseguita con moderne tecniche e presentata con cura in ogni piatto.

Il mio stupore domenicale purtroppo viene un po' frenato dall'appena sufficiente qualità delle materie prime in alcune delle preparazioni, che però passa in secondo piano dopo aver assaggiato il loro piatto più datato in carta: il maialino a cottura lenta, semplicemente fantastico.

Buona cantina e ottimi dolci fanno da contorno, con la piccola pasticceria finale offerta che potrebbe forse essere migliorabile, e una grande disponibilità di distillati nella loro "Grapperia" con miratissima selezione di rum.

La saletta è dotata di un vasto assortimento di sigari e unita alla singolarità del locale fanno sì che la sostanziosa spesa sia giustificata.

I miei complimenti, non è mai semplice gestire un locale di quelle dimensioni.

Passone
Via del Pertevano 10, Montevecchia -MB-
Tel. 039 99 30 181
Sito:  http://www.ristorantepassone.it/

giovedì 3 marzo 2011

Chiuso per ferie!

Post di servizio per comunicare a tutti i miei lettori e clienti che causa ferie in località remota nell'entroterra kenyota, non potrò rispondere a mail e pubblicare post dal 21/02 al 11/03.

Ci risentiamo al mio rientro per commentare tutte le vostre segnalazioni e per rispondere e tutte le vostre domande.

Gastrocuriosate e gastrosperimentate più che potete!

Saluti dal vostro FoodAdvisor di fiducia!

mercoledì 16 febbraio 2011

Recensione: Ristorante Da Oscar, Milano

Anche Milano ha il suo "barrio" d'atmosfera piena d'energia, divertimento, buon cibo multietnico, dove è possibile passare una piacevolissima serata girovagando di locale in locale bevendo, mangiando e divertendosi come si fosse in una scoppiettante città spagnola.

Il piccolo "Barrio" in questione è quella zona compresa tra Viale Vittorio Veneto e Viale Tunisia, niente a che fare con i quartieri della movida con scintillanti veline e Porsche in terza fila: dimenticate pure i vari Giannino e Hollywood.

Questo quartiere si è sviluppato inizialmente come enclave dei primi ristoratori del corno d'Africa di cui l'Asmara ne è stato il capo scuola (ristorantino etnico che consiglio vivamente), negli anni poi, grazie forse ai bassi costi d'affitto, ha dato la possibilità a giovani lungimiranti di aprire molti localini di carattere e ristoranti popolari di ogni genere.

Tra tutte queste insegne pro-globalizzazione c'è una mosca bianca dal carattere a dir poco unico che rimane intatta da 30 anni, e si trova all'inizio di Via Lazzaro Palazzi, la trattoria Da Oscar.

Le innumerevoli stranezze e particolarità che gli hanno permesso di supererare qualsiasi crisi o moda iniziano dall'ambiente, piccolo e pieno zeppo di souvenir di Benito Mussolini e della Brigata Folgore, ma non pensate al locale serioso, razzista o estremista, in questo posto si ride, è sempre pieno di turisti, universitari e qualche nostalgico, ed è un luogo dove si prende tutto con simapatia e molta allegria.

Saranno le uscite improvvise di Oscar dalla cucina con canzoni, barzellette e battute a chiunque gli capiti a tiro -donne e uomini, italiani e stranieri- oppure i tavoli vicinissimi che ti permettono una naturale conoscenza dello sconosciuto vicino, ma qui ci si diverte davvero!

Il tutto però, a differenza del 99% dei locali "goliardici" milanesi, viene accompagnato da un'ottima cucina con porzioni pantagrueliche!

E' vero, i prezzi non sono popolari, ma la quantità e la qualità giustificano ampiamente: filetti e cotolette buonissime, primi piatti cotti alla perfezione con insoliti accompagnamenti e contorni serviti in porzioni praticamente doppie a quanto siete abituati.

Il menù è intatto da anni, forse perchè si è scelta la strategia "squadra che vince non si cambia", ma davvero, alla mia terza visita non ho ancora trovato un piatto sbagliato.

La scelta dei vini è minima e per leggere i menù appesi al muro bisogna contorcersi se non si ha la fortuna di sederne vicino, il pane è a malapena accettabile ed i bagni sono di terz'ordine, ma è la politica di Oscar senza fronzoli che comanda. Siamo praticamente in una trattoria, e grazie al cibo e all'atmosfera gli si può perdonare questo ed altro.

Chiudo consigliandovelo se cercate un locale "caciarone" e divertente, con buon cibo da trattoria senza troppe pretese culinarie.

Di certo se siete maggiormente vicini ad una certa parte politica, apprezzerete maggiormente il tutto, il mio augurio è che possa rimanere ancora per molti anni così com'è, con i suoi pregi e difetti ma fedele a se stesso.

Da ammirare.

Da Oscar
Via Lazaro Palazzi 4, 20124 Milano
Tel. 02 29 51 88 06
Sito:  http://ristorantedaoscar.com/

lunedì 14 febbraio 2011

Le dritte per San Valentino!

Dopo una settimana d'assenza oggi riassumerei i miei consigli per la serata di San Valentino.

Non andate fuori a cena vi prego!
Non c'è cosa più bella, vera e romantica del farvi da soli una bella cenetta, magari a sorpresa l'uno per l'altro, o addirittura cucinare insieme a quattro mani.

Ammettiamolo, non c'è nulla di più erotico, intimo e sorprendente che stupire il proprio partner con qualche nostro manicaretto culinario, sia nel caso in cui non abbiamo mai affettato un pomodoro in vita nostra, sia se siamo degli chef provetti.

Coraggio, non avete scuse, web, biblioteche e librerie sono piene di rapide e semplicissime ricette da una decina di minuti di preparazione: basta un minimo d'impegno, un minimo di contesto, un minimo d'attenzione et voilà, il gioco è fatto!

Qualche consiglio però mi sento di darvelo anch'io: cambiate, stupite.

Se abitualmente cenate sul tavolo della cucina, inventatevi altro! Il salotto, il tappeto o il letto, ad esempio.
Se lo avete abituato/a a piatti porzionati sul lavello della cucina, mangiate dallo stesso vassoio...
Basta con il classico primo, secondo e contorno, rivoluzionate e ribaltate tutto, una serie di piatti in crescendo o un buffet con il vino giusto avrà il suo perchè questa sera.

La cena deve essere un'esperienza a 360 gradi, quindi non impegnatevi al 100% ai fornelli lasciando come sottofondo radio Dj!!! Evitate quello che le etichette discografiche impongono: Charles Aznavour, Gotam Project, Coralie Clement, Carla Bruni, classici cubani, i grandi cantanti brasiliani o un flamenco ricercato, ce n'è per tutti i gusti!

Passiamo all'illuminazione... Spegnete quei lampadari, vi prego!
Luci basse e candele studiate, pulizia di linee intorno. Non c'è niente di meno romantico del disordine. Se avete la cucina aperta sulla sala, per evitare profumi troppo invadenti di cucina fatevi un regalo: invece del solito incenso optate per una lampada con l'aroma giusto, i Faberge sono il top, ed evitate invece di intossicarvi con quegli incensi velenosi.

Se dovessi segnalare un sito contenente ricette non scontate e banali modello libri della Parodi, www.cavolettodibruxelles.it può darvi senza dubbio dritte di classe.

Non volete proprio mettervi ai fornelli?
Ok, ok, di seguito l'elenco dei locali in cui di certo mangerete bene in contesti ricercati e con tavoli ben separati, dove poter dire tranquillamente tutto ciò che il vino vi suggerisce.

Inserisco come al solito quelli che veramente consiglierei al mio migliore amico, non quelli che investono di più in pubblicità o quelli che vengono segnalati dai siti più importanti e che di conseguenza vengono segnalati a cascata da tutti gli improvvisati in materia.
Qui garantisco la serata e ci metto la faccia io, senza se e senza ma.

Etnici a Milano:

Shambala
Nu - Cube
Myconos
Bussarakham
Don Juan


Tradizionali a Milano:
Seven - Casa dei ciliegi
Casa tua
Osteria del treno
Innocenti Evasioni
13 Giugno



Fuori porta:

Le due spade - Cernusco s/N
Trattoria del castello - Cornaliano Bertario
La cantina - Trezzo s/A
Osteria del ritrovo - Carate
I 5 Campanili - Busto Arsizio


Fatemi sapere com'è andata, e se avete problemi di overbooking mandatemi una mail...
Buona serata

A.L.

giovedì 10 febbraio 2011

Recensione: Ristorante Giardino, Lecco

Carissimi, oggi devo assolutamente segnalarvi questo ristorantino a Lecco che mi ha colto davvero di sorpresa.

Il Giardino è un locale esteticamente e perfettamente anonimo: io per primo, se non fosse stato per una segnalazione di una delle mie fedeli spie gastronautiche, non ci sarei mai entrato.


All'interno il locale sembra a tutti gli effetti una normalissima trattoria di provincia, situazione che mi ha imbarazzato fino all'arrivo dell'appetizer, che destabilizza per la sua bontà e la sua stranezza.

Stranezza perchè spiccatamente brasiliano, e difatti ben presto faccio la conoscenza della moglie del titolare che mi conferma la sua origine sudamericana, con cui assaggio la miglior Tapioca che io abbia mai provato servita con un particolare intingolo, buonissimo ed equilibratissimo.

Il mio palato ancora destabilizzato, viene ulteriormente messo in imbarazzo dalla bontà degli antipasti misti che seguono.

Mondeghili perfetti! Buoni, croccanti e morbidi, neanche fossimo in un'antica trattoria milanese, affettato palesemente casereccio, pancette e coppe da premio (infatti a fine serata mi sarà confermata l'origine a km zero del bestiame lecchese) insalata russa e qualcos'altro di discreto chiudono il tutto.

Il primo sarà davvero un piatto da ricordare, anzi, lo considero già uno dei miei piatti del cuore: gnocchi di zucca!

Nossignori, non dolci e nemmeno stomachevoli! Perfetti, cremosi al punto giusto, gustosi e serviti in quantità perfetta! Veramente strabilianti per il luogo in cui siamo e per il contesto... Lo chef in questo bugigattolo è veramente sprecato.

A seguire, assaggio un gustosissimo stinco con buoni contorni, prosegui con dei dolci che si difendono bene e, sul finale, mi chiedo da dove arrivino gli ottimi frutti di bosco serviti dopo il dessert.

Carinerie ed attenzioni fanno da contorno, il tutto per 35 euro a testa.

Arrivato a questo punto credo che non debba dire nient'altro per farvi fare una gita a Lecco nel week end.

Semplicemente spiazzante.

Giardino
Corso Emanuele Filiberto 13, Lecc
Tel.  0341 42 20 28

venerdì 4 febbraio 2011

Dove mangiare pesce a Milano

Rispondo pubblicamente ad una mail appena arrivata in cui mi si chiede dove mangiare buon pesce a Milano e mi si propongono 2 tra i più importanti locali storici milanesi.

Allora, chiariamo subito una cosa che da anni mi viene detta: è una leggenda popolare che a Milano si mangi il miglior pesce d'Italia!!!
E' una leggenda come il coccodrillo bianco nelle fogne o come quella dell'amico del cugino di chiunque che ha fatto un incidente e quando si è tirato via il casco gli si è aperta la testa!

Il miglior pesce d'Italia (se lo chef non rovina le cose, ovviamente) lo si mangia a 1 km dalla riva, in quei locali con la forza economica o le conoscenze per fare accordi con i pescatori per il relativo miglior pescato! Tra i quali mi sento di segnalare Lorenzo a Forte dei Marmi, se non fosse per i prezzi quasi inaccessibili ai più...

Ma torniamo alla nostra città meneghina, basta con quei locali milanesi arcinoti e arcivecchi di mura, di ricette e di mise en place.

Negli anni '80 il Cuoco di bordo era il top, negli anni '90 il Sambuco faceva scuola, adesso l'unica cosa che fanno è svuotarvi il portafoglio!

Non è concepibile spendere 100 Euro a testa per una grigliata mista, un orata al sale e quattro antipastini, magari accompagnati dal classico Vermentino che poi trovo agevolmente all'Esselunga a 15 Euro!

Un'orata, un branzino, uno spada, chiunque può farselo a casa al cartoccio o con 4 patate, un ristorante per autodefinirsi "di pesce" deve darmi qualcosa in più, preparazioni, ricerca (e proponiamo questo benedetto pesce azzurro!!!) qualità eccelsa, presentazioni alternative, fritti leggeri e asciutti fatti con maizena, ecc.

Se veramente optate per una serata milanese all'insegna del mare, vi prego solo di fare 2 cose.
Primo: evitate di sentirvi i superpiù prendendo sottobanco paranze e datteri di mare vietati, piuttosto spronate i ristoratori chiedendo delle nostre vecchie tradizioni di mare, come il caviale "dei poveri" calabrese e simili.
Secondo: snobbate i grandi nomi come Arrow's, Centro Ittico, Sambuco, Al cuoco di bordo.

Perchè?? Perchè sono tutti vecchi e stanchi carrozzoni che si trascinano da anni, in cui nascondono dietro al concetto di tradizione la realtà di un'apatia contagiosa che ti si crea quando risci a riempire il locale per 5 giorni di seguito! Stessi piatti, stesse divise, stessi muri, basta!!! A quel punto andate da Zio Pesce, chiudete gli occhi e mangerete le stesse identiche cose impiattate magari in maniera povera, in un locale ben più scarno ma con le stesse ricette e la stessa materia prima.

Al contrario, se siete stanchi dell'abbinamento locale vecchio e opulento/cucina di pesce, e volete veramente premiare chi s'impegna, chi ricerca, chi propone, chi da valore ad ogni vostro singolo Euro facendovi uscire dal locale sazi e con grandi ricordi ed immagini, i due nomi a Milano sono:

Ristorante Alice
Via Adige 9, Milano
Tel. 02 54 62 930
Sito: http://www.aliceristorante.it/

Ristorante Hotel Moschino
Via Monte Grappa 12, Milano
Tel.  02 29 00 98 58
Fax  02 63 79 38 65
Sito:  http://www.maisonmoschino.com/it

Fidatevi e fatemi sapere... Soddisfatti o rimborsati!

A.L.

giovedì 3 febbraio 2011

Recensione: ristorante Cacio e Pepe, Milano

Visto che siamo a venerdì sera, oggi propongo su richiesta un bel locale modaiolo per voi milanesi fashion amanti dei locali scintillanti e di design, ispirata dalla mia ultima visita in questo ristorante.

Si, perchè Cacio e Pepe è un open-space disposto su due piani, luci alte, tavoli moderni, bancone con sgabelloni e vini dalle grandi etichette ostentate ovunque.

Calmi, non v'immaginate il solito locale alla moda dove si serve cibo di terza categoria strapagandolo (vedi Just Cavalli), qui il simpaticissimo e romanissimo signor Andrea ha fatto una scelta veramente insolita.

La ricetta ottenuta è un ottimo cibo in un locale sfacciatamente modaiolo: chiedendomi quanto questo strano abbinamento possa essere percepito dagli avventori un po' superficiali, passo ai particolari.

In questo posto, come ha scritto qualcuno, se si chiudono gli occhi, basta sentire i profumi del piatto per sentirsi in Trastevere.

Il cibo è di alta qualità e preparato veramente secondo tradizione, non reinterpretato come fa il più noto ristorante romano di Milano (si, si, proprio quello che ti fa fare il doppio turno cacciandoti fuori alle 22 in punto)

In primis, puntarelle e (ovviamente) bucatini cacio e pepe perfetti, ma evitateli se non amate il pepe o i sapori particolarmente forti, anche se per cultura "pastologica" dovreste assaggiarli, visto che ne risultano un ottimo esercizio di consistenze, più che un banale primo piatto!

La coda è buona e morbida, la classica scaloppina alla romana profuma come dovrebbe di salvia e di sua riduzione, e i dolci si difendono egregiamente senza stupire.

Insomma, l'ho visitato tre volte e non hanno mai sbagliato un piatto!

Direste: Locale perfetto allora? Eh no purtroppo, è qui che mi sento di esprimere un giudizio che va al di sopra dei tecnicismi culinari.

Stona, mi stona davvero troppo questa cucina perfetta, verace, romana, "doc", in questo locale troppo luminoso e a tratti freddo, un po' come se mangiaste al mare una fonduta o come se in uno chalet di montagna vi portassero una caprese!

Commento superficiale? Forse, ma come ho sempre detto ci deve essere un contesto intorno al cibo, altrimenti questo diventa "sterile" e puro nutrimento fisico: un locale, un piatto, un tipo di cucina devono avere un'anima ed un proprio perchè, e qui nonostante la perfezione nel piatto, causa scelta "prendi tutti i target" un po' azzardata forse, il tutto ti lascia un dubbio, dubbio che mi ha sempre evitato di consigliarlo.

De gustibus...

Cacio e pepe
Viale Gian Galeazzo 3, Milano
Tel.  02 83 24 25 09
Sito:  http://www.ristorantecacioepepe.com/

La morale del gusto secondo Scabin

Oggi vi copio e incollo l'intervista fatta da F.Angeleri ad uno degli chef più lungimiranti del nostro bel paese: Davide Scabin.

«Torino è grigia. È vero. Ma è metallizzata...» Davide Scabin, chef terrible del Combal Zero di Rivoli, fa sua l'azzeccata battuta di Piero Chiambretti. E metallizzato lo è anche lui. Alto. Di nero vestito, nel suo ristorante che è un'installazione dentro una installazione, situato dentro il giardino del museo del Castello di Rivoli.

Classe 1965, Scabin continua a collezionare riconoscimenti a livello internazionale. È di quest'anno, tra gli altri, il premio delle Tre Forchette del Gambero Rosso. Creativo ed ingegnoso, all'ultima edizione de Lo Mejor de la Gastronomia di San Sebastian ed all'ultima di Identità Golose a Milano, ha presentato il suo SSS, "Scabin Saly System", un design di sistema per il controllo del gusto primario, il sale, un vero e proprio metodo di design culinario.


Sarà per le mega foto di Vanessa Beecroft appese alle pareti, con Scabin non è che si parli proprio di arrosti. Tra i suoi piatti più famosi il cyber egg che proprio quest'anno compie i dieci anni di vita: uovo cibernetico formato da una doppia camera d'aria di cellophane trasparente contenente in una aria e nell'altra caviale, rosso d'uovo, vodka e scalogno che può essere inciso con un bisturi o schiacciato direttamente sul palato per assaporarne il contenuto. Fino ad arrivare al nuovo filone di "ecologia gastronomica" con il Tataki di Melanzana e la Check Salad, in cui i sapori degli ortaggi emergono in maniera pura ed essenziale, totalmente indipendente tra loro, impreziositi da una spruzzata di tartufo e un piccolo gioiello di caviale.


Davide Scabin sembra oggi rivolto piuttosto ad un discorso di responsabilità della cucina. «Siamo in ritardo, tremendamente. Noi del settore dovremmo avere l'intelligenza di comunicare una codificazione della cucina. Regionale, visto che ci sono 21 cucine regionali in Italia. È un buco antropologico di cui mi sento responsabile anche io. Ma oggi è necessario riposizionarsi, facendo i giusti mix con una morale del gusto, tra tecniche tradizionali ed innovative».


La cucina, il cibo, il sapore al Combal non è meramente una questione di gusto, anzi. La ricerca di Scabin assume vie intellettuali, quasi filosofiche. «Io parto da uno step avanzato che è quello di produrre Gusto, ma che quasi non tengo più in considerazione. Perché quello che cerco di vendere qui è il Piacere. Conseguentemente alla mia megalomania, ho inventato un sistema per fare sì che il Piacere debba diventare Emozione. E dall'Emozione si passa all'Esperienza» (e qui comincia a disegnare su un foglio un abbozzo cerebrale al limite del matematico, alla faccia delle varianti sulla maionese…)


«Per il settore gastronomico il loop tra emozione ed esperienza è micidiale, perché se l'esperienza è nel lato conscio, l'emozione è ancora inconscia. Ma il lembo che mi interessa di più è quello "animale" legato al piacere. Perché tutti quanti godiamo, ma non lo facciamo alla stessa maniera. Mi interessa questo lato perché è il più trasversale e contemporaneamente il più vero. Anche se non è assolutamente detto che io produca gusti e cose che mi diano piacere. Il problema più grande sta quando il passaggio entra nella fase conscia, nell'esperienza dopo la quale - come nelle relazioni, dice lui- difficilmente ci si ri-emoziona. Allora ci vengono in aiuto Trasgressione e Perversione. Un loro utilizzo bilanciato rimette in moto un'esperienza. Interrompono uno schema. Ri-producono piacere. Spesso siamo noi a banalizzare cose che, ri-spolverate, ri -lucidate, ri- ottengono piacere. A volte anche un gusto negativo può essere lo stimolo adatto per ricreare l'esperienza».

Ma come si fa a concentrarsi così a fondo sull'aspettativa personale quando non hai di fronte un individuo ma l'intera sala di un ristorante: «Io riesco a farlo generalizzato. La materia cibo mi permette di farlo, di arrivare a standardizzare un piacere. Se così non fosse, non sarebbe più un percorso gastronomico ma, oserei dire, quasi psicanalitico...»

A questa intervista vorrei aggiungere soltanto una cosa: ogni parola sul personaggio non potrebbe mai minimamente farvi immaginare le sue capacià e le emozioni che può trasmettervi attraverso la sua cucina ed il suo locale, il mio consiglio da vero appassionato è quindi quello di organizzare una gita e andare qui:

Combal.Zero
Piazza Mafalda di Savoia, 10098 Rivoli -TO-

martedì 1 febbraio 2011

Recensione: osteria Casa Tua, Milano

Cosa sognano i residenti delle grandi città, amanti delle atmosfere toscano-umbre che aspettano l'estate per dimenticare impegni di lavoro, orari, cibi plastificati e pranzi di corsa?

Un angolo di toscanità verace? Veri cibi toscani di qualità ed atmosfere calde con quel pizzico d'internazionalità che cerca ogni turista americano nelle nostre campagne?

Bene, allora prenotate e passate un paio d'ore in quest'angolo di Milano pieno di ristoranti posticci e caciaroni.

Devo dire che nella mia città d'adozione era un po' di tempo che non provavo quell'insieme di sensazioni che ti fanno sentire, per un attimo, fuori da una metropoli di 1.300.000 abitanti.

Da Casa Tua si mangia veramente toscano, e non quel toscano banale fatto di simil chianina (che 3 volte su 4 è fassona) e finocchiona, qui si ritrovano veramente quei piatti che hanno reso famoso quel magico triangolo d'Italia chiamato Toscana.

In cucina si seguono veramente le stagionalità con grande uso dei cereali e si usano anche quei prodotti difficili da cucinare che tanti pseudo-chef evitano: ci si stupisce leggendo il menù già solo per quello che offre.

La ribollita non è da ricordo, ma la pappa al pomodoro impressiona per equilibrio e gusto, pici e testaroli dalla cottura perfetta stupiscono anche il gastronauta più navigato, peccato solo che alla seconda mia visita in un momento full mi venga sbagliato per due volte lo stesso piatto (cannellini al fiasco) che mi vengono serviti con un'imbarazzante ritardo la prima volta e con una temperatura glaciale la seconda.

Nonostante questa defaillance, in cucina e nel servizio non sbagliano quasi mai, e quando capita un errore il ragazzo che cura i nostri tavoli ammette, corregge e s'incazza veramente con la cucina!

Locale veramente bello e curato, particolari ricercati e luci studiate alla perfezione.
I prezzi sono all'altezza della qualità percepita e dell'impegno di tutto lo staff, peccato solo che ultimamente sembra che alla direzione sia venuta in mente la malsana idea di "romanizzarsi" con i piatti del loro secondo locale (Giulio, pane e ojo)


Osteria Casa Tua
Via Muratori angolo Via Corio, Milano
Tel. 02 55 14 269
Sito:  www.casatuaosteria.com

mercoledì 26 gennaio 2011

A me piace ed a me non piace, il senso del giudizio personale.

Credo che ognuno di noi sia responsabile delle proprie scelte e della propria crescita sensoriale, e credo anche che il confronto con gli altri aiuti a conoscere noi stessi, inteso come quello che abbiamo come cultura e quello che ci manca.

L'intento è capirci per comprendere meglio anche gli altri, che condividono con noi insicurezze o dubbi: avere la possibilità di scegliere e saperlo fare bene sono due grandi opportunità nonché la vera base della libertà individuale.

La conoscenza ne è sopratutto il veicolo, decidendo ed esprimendo il proprio giudizio infatti, ci permette di essere autentici e di crescere. Impedire agli altri la conoscenza, o cercare di imporre le proprie scelte, limita la crescita e la libertà individuale di chi avrebbe bisogno di imput liberi.

Il gusto di ciascuno di noi deve essere quindi frutto di un percorso individuale alimentato dalla propria curiosità, perchè solo così diventa il tramite per la conoscenza di sé, grazie all'informazione e alla sperimentazione di quella stessa informazione, così da poter acquisire gli strumenti necessari per operare delle scelte.

E' allo stesso modo importante la ricerca fatta da voi stessi, perchè ogni azione in tal senso costituirà un passo avanti nella vostra ricerca di conoscenza totale, conoscenza che vi auguro presto di condividere e diffondere il più possibile.
Buon lavoro

A.L.

Recensione: Compagnia generale dei viaggiatori, naviganti e sognatori.

Nel cercare di contribuire alla classificazione delle tipologie ormai sterminate di locali fusion a Milano, su segnalazione di un amico buongustaio sono finito qui.

Per chi ha fiuto gastronomico, sarà palese che già dietro ad un nome così ci deve essere passione e voglia di far le cose fatte bene, e difatti è proprio così.

Personalmente adoro solo due tipologie di locali dove si serve cucina giapponese, e di conseguenza non tollero tutti quelli che stanno nel mezzo e che non fanno niente per uscire da quella zona d'ombra.

Mi spiego meglio: da un lato mi piacciono (e ne sono alla continua ricerca) i locali tradizionali condotti dai veri maestri sushi che hanno studiato per poter esercitare il loro mestiere ed hanno minimo 30 anni di esperienza alle spalle, operanti in locali senza fronzoli e cedimenti alle mode. Ricordo con molto piacere che per diventare maestro sushi ci vogliono tassativamente 5 anni prima di mettersi all'opera.

Dall'altra m'incuriosisce e sono il primo a premiare chi fa vera ricerca e vera innovazione senza abbandonare le linee guida di una tipologia di cibo già ampiamente violentata come quella giapponese.
Bene, La Compagnia ne è decisamente un ottimo esempio.

Locale affascinante, lungo e stretto, luci basse, colori ocra e particolari in rame, finale del locale chiuso in una sorta di privè dove si mangia su grossi cuscini e tavoli bassi, un po' claustrofobico ma di sicuro effetto.

Sorprendente il lavoro che ha fatto il cuoco sui classici giapponesi, futomaki temaki & co., interpretati con l'uso di tanti prodotti orientali e buone associazioni di contrasti e sapori non usati solitamente in queste preparazioni.

Sequenze di tartare al cucchiaio notevoli per freschezza e fantasia, riso migliorabile ma sicuramente oltre la media milanese e svariate preparazioni curiose dello chef.

Da segnalare i molti cocktail a base di sakè veramente curiosi e buoni, e in linea generale possiamo parlare di un luogo davvero bello, consigliato a chi vuole provare un locale di ricerca in un ambiente d'effetto.

Servizio migliorabile e prezzi alti sono i piccoli difetti che a fine serata si dimenticano rispetto alle potenzialità del posto, assolutamente in linea con la qualità totale percepita e la qualità del cibo.


Compagnia generale dei viaggiatori, naviganti e sognatori
Viale Col di Lana 8, Milano
Tel. 02 55 16 154
Sito:  www.compagniageneralemilano.com

lunedì 24 gennaio 2011

Ristoranti tradizionali italiani a Milano

Seconda guida riassuntiva dei ristoranti zona per zona.

Oggi il breviario su Milano: tranquilli, non mi sono ammattito a furia di cannoli e pastis... Presto giustificherò dettagliatamente i miei giudizi diametralmente opposti a quelli di famose guide su molti dei ristoranti blasonati, da me elencati qui di seguito che a mio avviso non meritano assolutamente nè la visita, nè la nomea...

La mia classifica:

Da provare e riprovare
13 Giugno (l'uno, non il due in Brera)
Boeucc
Cracco
Casa tua
Joia
Tano passami l'Olio
Al pont de Fer
Alfredo Gran San Bernardo
Nicola Cavallaro
Mandi!


Non convincono fino in fondo:

il Sambuco
Innocenti Evasioni
Montecristo
Osteria del binari
Seven
Piero e Pia
Cacio e Pepe


Da evitare:

Savini
Centro Ittico
Marchesino
Ostriche e vino
Acanto
Dal Bolognese


Ricordo che il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite, basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.

Il tutto sempre su minimo due visite... Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".

Spero di avervi fatto servizio utile.

A.L.

domenica 23 gennaio 2011

Ristoranti Brianza

Post di utilità riassuntivo sui locali visitati ultimamente per darvi subito indirizzi da scoprire, visitare o evitare zona per zona...

Iniziamo dal triangolo Monza - Lecco - Como, ossia la Brianza!

Da provare e riprovare:

Osteria del tram, Bettola di Pozzo d'Adda
D-light, Vimercate
Osteria del ritrovo, Carate
Il giardino, Lecco
Lipen, Triuggio
Osteria della Buona Condotta, Ornago
Osteria della Posa, Besana


Non convincono fino in fondo:
Osteria del bacco, Monticello
Arco del Re, Arcore
Bacco e Tabacco, Monza
Camp di Cent Pertigh, Carate
Clichè, Villasanta
Fadanà, Bellusco
La Camilla, Concorezzo
Madeira, Oreno


Da evitare:
Al 37, Monticello
La dama di bacco, Carate
A l'Aldea antigua, Carate
La Rustica, Lesmo
Ostaria De Lesmo, Lesmo
Nonno Cet, Oreno
Via del Borgo, Concorezzo


Il mio giudizio si basa esclusivamente sulle mie sensazioni percepite basate sul rapporto qualità/prezzo, pulizia dei bagni, accoglienza, emozionalità trasmessa dal cibo, qualità delle materie prime e del pane, qualità e rincari della cantina, cordialità e professionalità dimostrata.

Il tutto sempre su minimo due visite. Perchè, ricordo, bisogna rispettare il lavoro di un ristoratore qualunque sia il risultato e come dice mio padre "solo chi non lavora non sbaglia".

Spero di avervi fatto servizio utile.

A.L.

giovedì 20 gennaio 2011

Le 10 cose enogastroturistiche che consiglio di fare prima di... non poterle più fare!

1. Cenare al ristorante "Ponto final" a Cacilhas (Lisbona) all'ora del tramonto in una limpida serata per provare quelle cose che solo i poeti sanno descrivere.

2. Una cena al ristorante Alkimia di Barcellona per capire l'emozionalità della semplicità.

3. Pranzare con la propria compagna con cose comprate al mercato rionale di Pechino all'hotel Commune By The Great Wall, Kempinski, nel vostro appartamento con vista muraglia cinese per far parte di un'opera d'arte polisensoriale.

4. Mangiare aragoste appena pescate da voi arrostite su una barca di pescatori al largo di Blody Bay in Jamaica per tener sempre conto che si potrebbe vivere e godere anche solo così.

5. Una cena al ristorante Tour D'Argent a Parigi per sentirsi un Re o una Regina.

6. Una cena nell'orto illuminato dal fuoco con la famiglia allargata di un cacciatore siciliano in un paesino sperduto sui Nebrodi per capire il vero significato di famiglia e convivialità.

7. Una merenda sotto un ulivo sulla spiaggia di Santorini a base d'insalata greca per sentire una volta nella vita quant'è diverso il profumo di olive, formaggio e pomodori in base a dove si mangia ed a come ci si sente.

8. Una cena al Combal.Zero di Torino per farvi guardare, da quel momento in poi, il cibo con un occhio ed un sentimento diverso.

9. Un tour tra le taperie più antiche di Madrid bevendo e mangiando sempre quello che vi consigliano per capire quant'è facile conoscere gente nuova e quanto è bello conoscere persone diverse da se stessi.

10. Mangiare a 32 anni la stessa pizzetta che mangiavi ai tempi delle medie quando ti ungevi tutte le mani durante l'intervallo e notare che i profumi ed i ricordi legati al cibo sono per sempre...

A.L.